Scoperta la Tomba dell'Apostolo Filippo: le conseguenze storiche

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Naruto_Uzumaki !
view post Posted on 23/8/2011, 15:18     +1   -1




Le conseguenze della scoperta della tomba dell’Apostolo Filippo

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Sembra dunque confermata la scoperta della tomba dell’apostolo Filippo a Hierapolis, in Turchia. Dopo il primo lancio dell’agenzia turca Anadolu verso fine luglio, dopo le inevitabili precauzioni e scetticismi, pare proprio che la notizia sia vera.

Lo conferma il Sole 24 Ore intervistando Francesco D’Andria, archeologo dell’Università di Lecce e attuale direttore della Missione Archeologica Italiana. Hierapolis, spiega il quotidiano, ha una necropoli sconfinata con tombe di ogni forma e dimensione, dunque gli archeologi non si erano troppo stupiti, l’estate scorsa, nel veder emergere la cuspide del frontone di una bella tomba del I secolo d.C. Era una come tante. Attorno a lei, però, emergevano anche resti architettonici più tardi, chiaramente bizantini. Così quest’anno hanno cominciato a scavare, coordinati dall’archeologa Piera Caggia del Cnr, portando alla luce i resti di una basilica di IV-V secolo d.C. a tre navate, con un pavimento a intarsi marmorei e con ricchi decori, tra cui il monogramma dell’imperatore Teodosio e la scritta «Ricordati Signore del tuo servo» incisa in greco sull’architrave dell’iconostasi.

Basilica che aveva obliterato tutte le tombe antiche dell’area tranne quella in questione, che è stata anzi inglobata nella chiesa e incapsulata in una piattaforma raggiungibile con una scala. Racconta l’archeologo: «la scala ha il marmo lisciato e consunto dai molti piedi di pellegrini che l’hanno calcato. Ma l’emozione più forte l’ho provata nel vedere l’architrave in travertino della tomba, consumato così tanto dal tocco dei pellegrini da sembrare alabastro». D’Andria parla poi di un graffito sulla cornice della tomba che disegna un monte con sopra una croce (Hierapolis o il Golgota?), di un mosaico che raffigura dei pesci, e delle monete di bronzo di IV e V secolo trovate negli interstizi delle lastre pavimentali della tomba: «Segno chiarissimo di devozione, sono probabilmente le sole sopravvissute tra molte, dopo che nel XII secolo i Selgiuchidi trasformarono la tomba in abitazione».

Alfredo Valvo, docente di Storia romana ed Epigrafia latina all’Università Cattolica di Milano, commenta su “La Bussola Quotidiana” l’importante ritrovamento: «Innanzitutto conferma della tradizione. Archeologia ed epigrafia si dimostrano una volta di più indispensabili per confermare le notizie delle fonti letterarie, prime fra tutte i Vangeli e gli Atti degli Apostoli (per quanto riguarda Filippo)». Diventa dunque certa la presenza di Filippo a Hierapolis di Frigia nell’ultima parte della sua vita. «Le notizie letterarie confermate», continua Valvo, «provengono dagli Atti di Filippo che sono testi apocrifi, cioè non riconosciuti come ispirati ma non per questo da rifiutare. Altre notizie sulla vita dell’Apostolo troviamo in Eusebio di Cesarea, storico del IV secolo, che a sua volta le mutua da Papia, vescovo di Hierapolis, vissuto fra I e II secolo e perciò quasi contemporaneo di Filippo e come tale fonte attendibile sulla vita dell’Apostolo». Filippo era di Betsaida, in Galilea, è uno dei primissimi apostoli di Gesù ed è tra coloro che vengono citati nella moltiplicazione dei pani e dei pesci (vicino al sepolcro è stato trovato un mosaico con raffigurazione di pesci), è anche tra i protagonisti del Vangelo di Giovanni e degli Atti degli Apostoli, e la scoperta della tomba conferma inoltre, ancora una volta, «che il cristianesimo, predicato a tutte le genti, all’inizio si radicò saldamente nella penisola anatolica prima che altrove. Infine la terza e forse più solida ragione per considerare la rilevante importanza del ritrovamento è una ennesima prova della continuità apostolica da Gesù in poi. Il ritrovamento troverebbe nello schietto “linguaggio” archeologico una testimonianza molto vicina al tempo in cui Cristo visse».

Ruggero Sangalli, esperto di storia della Chiesa e archeologia sacra, aggiunge: «in questi ultimi decenni la credibilità storica cristiana ha beneficiato molte volte del lavoro degli archeologi, a danno di chi, con faciloneria mista a tendenziosità, desiderebbe tanto confinare il cristianesimo nella sezione “miti, saghe e leggende”». Cita così lo sconquassamento avvenuto in casa laicista dopo la scoperta dei Rotoli di Qumran, della scoperta della piscina dei cinque portici a Gerusalemme, delle iscrizioni di Cesarea Marittima, della croce rinvenuta sotto le ceneri di Pompei ed Ercolano ecc.. «Tutta la Tradizione», continua Sangalli, «lungi dall’essere una sfilacciata somma di fantasiose aggiunte ed interessate interpretazioni, non fa che mostrarsi radicata in precisi fatti che l’hanno determinata fin dalle origini del cristianesimo».

 
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