Karate

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Mrs92
view post Posted on 4/11/2008, 15:43     +1   -1




Il Karate è un' antica arte marziale atta alla difesa delle persone originaria dell'isola giapponese di Okinawa e trae origine dall'unione di due scuole-correnti marziali: il Te autoctono e il Kenpō cinese e prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa che prevede l'ausilio delle armi tradizionali, è strettamente collegata alla pratica del Karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato delle sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell'agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato, era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.

Nato come arte marziale che insegna il combattimento e l'autodifesa, con il tempo il Karate si è trasformato in filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio, in insegnamento a "combattere senza combattere", a diventare forti modellando il carattere, guadagnando consapevolezza e gusto nella vita, imparando la capacità di sorridere nelle avversità e di lavorare con determinazione e nel rispetto degli altri. Solo quando questo insegnamento verrà compreso appieno, sostengono i suoi estimatori, l'allievo potrà essere veramente libero e realizzato.

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Kara significa scavo, spazio prodotto da un certo lavoro, spazio vuoto, immagine del vuoto. te è la rappresentazione di una mano vista di mezzo profilo, ma è anche il fonema di attività, mettersi all'opera. La parola giapponese kara-te, nel complesso, si compone di vuoto e mano, non il vuoto in sé, ma in relazione ad un lavoro, ad un'attività, cioè mettersi all’opera per fare il vuoto. Il termine zen ku, che indica il vuoto dell'anima, può essere pronunciato anche "kara".

Questi concetti suggeriscono che il praticante di Karate dovrebbe allenare la propria mente affinché sia sgombra, vuota da pensieri di orgoglio, vanità, paura, desiderio di sopraffazione; dovrebbe aspirare a svuotare il cuore e la mente da tutto ciò che provoca preoccupazioni, non solo durante la pratica marziale, ma anche nella vita. Storicamente ad Okinawa, patria di quest'arte marziale, pur essendo in uso l'accezione Karate, più spesso si adoperavano altre parole: te o bushi no te (mano di guerriero). Nagashige Hanagusuku, maestro di Okinawa, usò il carattere giapponese per "mano vuota" nell'agosto del 1905. Ciò richiama anche il fatto che questa forma di autodifesa non fa necessariamente uso di armi.

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Descrivere in modo dettagliato l'evoluzione del karate risulta difficile per mancanza di fonti storiografiche certe. Si possono solo formulare ipotesi riguardo la nascita e la diffusione iniziale di quest'arte marziale, utilizzando rare fonti fatte perlopiù da racconti e leggende trasmessi oralmente. Dal XIX secolo in poi, la storia risulta più chiaramente documentata.

La storia del Karate parte da un arcipelago a sud del Giappone, le isole Ryūkyū, e in particolare da una di queste, Okinawa. Non è possibile affermare con certezza se esistesse già una forma di combattimento autoctona; tuttavia, si crede che fosse già praticata un'arte "segreta": l'Okinawa-te. L’ideogramma te (手) letteralmente indica la parola "mano", ma per estensione può anche indicare "arte" o "tecnica"; il significato di Okinawa-te, quindi, è "arte marziale di Okinawa". Essa era praticata esclusivamente dai nobili, che la tramandavano di generazione in generazione. Secondo le credenze popolari, la nascita del karate è dovuta alla proibizione dell'uso delle armi nell'arcipelago delle isole Ryūkyū. Ciò è vero solo in minima parte, in quanto l'evoluzione di quest'arte marziale è molto più lunga e complessa. Nei secoli XVII e XVIII le condizioni dei nobili di Okinawa cambiarono notevolmente; l'improvviso impoverimento delle classi alte fece si che gli esponenti di quest'ultime iniziassero a dedicarsi al commercio o all’artigianato. Fu grazie a questo appiattimento tra i due ceti che l'arte "segreta" iniziò a penetrare anche al di fuori della casta dei nobili. La conoscenza del te restava uno dei pochissimi segni di appartenenza passata a un'elevata posizione sociale. Per questo motivo i nobili, ormai divenuti contadini, tramandavano quest'arte a una cerchia ristrettissima di persone, quasi in modo esoterico. Così facendo si è avuta una dispersione dell'arte originale e furono gettate le basi per i vari stili di karate. Fondamentale per la nascita del tode furono anche le arti marziali cinesi. Le persone che si recavano in Cina, anche per due o tre anni, avevano modo di studiare le arti marziali del luogo e, in molti casi, cercarono di apprenderle. Le arti marziali cinesi si basano su concetti filosofici e su un'elaborata concezione del corpo umano; era quindi impossibile imparare le arti cinesi nello spazio di un solo viaggio. I viaggiatori giapponesi appresero quel che potevano: tecniche sparse che adattarono al loro fisico ben più robusto del fisico di un cinese[senza fonte]. Si pensa quindi che sia stata possibile una sorta di fusione tra le arti arrivate dalla Cina, che comunque costituivano uno stile non metodico, e il te okinawese. Una prova di questo importante scambio culturale tra Okinawa e Cina è fornita da un maestro vissuto in epoca successiva, Ankō Itosu. In uno scritto di suo pugno vede le origini del karate nelle arti cinesi e sottolinea come non abbiano influito né il Buddhismo né il Confucianesimo.

Esponente di spicco di questo periodo fu Kanga Sakugawa, signore di Okinawa ed esperto di te. Egli fu il primo maestro che provò una razionalizzazione e una codificazione delle arti diffuse ad Okinawa. Tuttavia trascorse ancora qualche decennio prima dello sviluppo di una vera e propria scuola di tode. Il fondatore di questa scuola fu Sōkon Matsumura. Il suo stile di tode era chiamato Shuri-te (arte marziale di Shuri) in quanto Matsumura era residente proprio nella città di Shuri. Egli basò il proprio insegnamento su tre punti fondamentali: la pratica dell'arte autoctona di Okinawa, l’arte giapponese della spada (Jigen-ryū) e la pratica delle arti cinesi. Nacque così il vero e proprio tode.

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I principali stili del Karate sono:

Shotokan, il più diffuso, deriva dal maestro Funakoshi;
Shotokai, di Shigeru Egami, simile allo Shotokan ma molto morbido e senza agonismo;
Goju-Ryu, che nasce dal Naha-te, il cui primo Maestro fu Kanrio Higahonna che visse per moltissimo tempo nel Fukien in Cina. A raccogliere l'eredità di Higaonna e fondare lo stile Goju-ryu fu il maestro Chojun Myagi.
Shorin-ryu, scuola che deriva dallo Shuri-te trasmessa per tramite del maestro okinawense Chotoku Kian. A questa scuola si ricollegano lo Shito, Uechi e Kushin. I gruppi Shorin-ryu attualmente componenti della Federazione di Karate-do di Okinawa sono: Shorin-ryu Kyudokan (kobayashi), Shorin-ryu Matsubayashi, Ryukyu Shorin-ryu, Matsumura-seito-Shorin-ryu, Shorinji-ryu. Ognuno di questi gruppi è legato da generazioni a una famiglia okinawense di riferimento ma tutti si possono definire come Karate stile Shorin-ryu. Si può forse definire lo stile maggiormente presente sull'isola di Okinawa e più legato alla tradizione.
Shito-ryu, elaborato dal maestro Mabuni;
Wado-ryu, è uno stile creato per essere adatto ai combattimenti, nonostante sia molto "pacifico". Il nome stesso vuol dire infatti "la via della pace e dell'armonia". Si basa sugli insegnamenti del maestro Hironori Otsuka; il quale permeò lo stile sugli insegnamenti del ju-jistu e dell'aikido creando un ottimo sistema di difesa personale.
Sankukai, o Sankudò. Si basa sulla leggerezza e l'accuratezza della tecnica ma anche sulla potenza dei colpi. Stile fondato da Yoshinao Nanbu;
Kyokushinkai, creato dal maestro Oyama che, dopo aver praticato lo stile Shotokan sotto la guida di Gichin Funakoshi e lo stile Goju-ryu, e dopo essere entrato nei servizi segreti giapponesi, ha creato questo stile basato sul kumite full contact. Incorpora alcuni kata dello Shotokan e altri tradizionali. Lo stile necessita di una notevole preparazione fisica per poter essere praticato a causa anche dei combattimenti a contatto pieno.

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Principi morali (Dojo Kun)
Dojo Kun (Dō = via, jo = luogo) letteralmente significa "luogo dove si studia e si segue la via".

Hitotsu jinkaku kansei ni tsutomuru koto - prima di tutto cerca di migliorare il carattere
Hitotsu makoto no michi o mamoru koto - prima di tutto cerca di percorrere la via della sincerità
Hitotsu doryoku no seishin o yashinau koto - prima di tutto cerca di rafforzare la costanza dello spirito
Hitotsu reihi o omonnzuru koto - prima di tutto cerca di imparare il rispetto universale
Hitotsu kekki no yu o imashimuru koto - prima di tutto cerca di acquistare l'autocontrollo



In quasi tutte le arti marziali è uso allenarsi indossando un abito adeguato, chiamato gi (pronuncia: ghi); nel Karate, quest'abito è il karate-gi, composto da una giacca (uwagi), da un paio di pantaloni (zubon) di cotone bianco e da una cintura (obi) il cui colore designa il grado raggiunto dal praticante.

Fu il maestro Gichin Funakoshi ad adottare per primo quest'abito. Infatti, in occasione della prima dimostrazione al Budokan di Tokyo, lui e un suo allievo indossarono un karate-gi fatto da Funakoshi stesso la notte precedente, ispirandosi al modello del judo-gi ed utilizzando, però, una tela più leggera e comoda. Il colore bianco è quello naturale del cotone non tinto, essendo questo un abito semplice ed umile.

In molte arti del Budō (Kendo, Kyudo, Aikido), per esercitarsi si indossa, invece, una gonna-pantalone (hakama) tipico giapponese ma mai utilizzato ad Okinawa.



I colori delle cinture sono sei, corrispondenti ai seguenti livelli (kyū):

9º kyu (ku kyu): cintura bianca;圭善区
8º kyu (hachi kyu): cintura gialla; 八級
7º kyu (shichi kyu): cintura arancione;七級
6º kyu (roku kyu): cintura verde; 六級
5º kyu (go kyu): cintura blu; 行く圭善
4º kyu (shi kyu): cintura blu; 市級
3º kyu (san kyu): cintura marrone; サン圭善
2º kyu (ni kyu): cintura marrone; 問い合わせ級
1º kyu (ichi kyu): cintura marrone. 一級



Le forme (Kata)
Per approfondire, vedi la voce Karate Kata.
Manji UkeNel Kata, che significa "forma", si racchiudono le tecniche diffuse dalle varie scuole. Il Karate ha una vasta gamma di kata. I kata possono essere visti come delle tecniche marziali prestabilite, per la maggior parte, nelle otto direzioni dello spazio. Il kata non viene considerato come un combattimento simbolico eseguito a vuoto, ma come un combattimento contro uno o più avversari. Il numero dei kata, ma anche i loro nomi e i kata stessi, cambiano in base alla scuola ("stile") che si pratica. Gli elementi fondamentali per eseguire un buon kata sono: la tecnica, kime (la breve contrazione muscolare isometrica eseguita nell'istante della conclusione della tecnica), la potenza (indicata dalla formula P=FxV dove la velocità risulta essere maggiormente incisiva della forza), l'espressività, il ritmo.


Il combattimento (Kumite)
Per approfondire, vedi la voce Kumite.

Gichin Funakoshi, disse: "Non ci sono dispute nel Karate". Prima della seconda guerra mondiale, in Okinawa, il kumite non era parte integrante dell'insegnamento. Shigeru Egami riferisce che, nel 1940, alcuni karateka furono cacciati dal dojo perché usavano combattere facendo a pugni.

Nel Kumite i colpi non vengono affondati alla ricerca del knockout (KO) dell'avversario, ma vengono arrestati per ovvi motivi di incolumità. Le tecniche tuttavia, devono dimostrare il loro potenziale ed essere eseguite, arrestandole con controllo per non arrecare eccessivi danni. Ciò è possibile grazie ad un adeguato allenamento e ad un opportuno regolamento di gara. Quest'ultimo infatti prevede, in linea di massima, un lieve contatto a livello addominale, nessun contatto con tecniche di braccio al volto e un lievissimo contatto con tecniche di calcio al volto (anche se esistono vari regolamenti e, per esempio, in alcune federazioni e in determinati stili il contatto è consentito). L'ausilio di protezioni preventive (conchiglia, paradenti, corpetto, paratibia-piede, guantini) e l'adozione di sanzioni adeguate e di opportune norme completano il regolamento nella massima tutela dei praticanti.


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aris73
view post Posted on 5/11/2008, 21:33     +1   -1




gran bel lavoro Mrs, veramente ben fatto e curato e soprattutto molto tecnico
 
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Mrs92
view post Posted on 6/11/2008, 14:50     +1   -1




Grazie.
 
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~†Valerisake†Uzumaki
view post Posted on 13/11/2008, 16:21     +1   -1




ma solo ci sn pure le posizioni.
 
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aris73
view post Posted on 13/11/2008, 16:50     +1   -1




postale
 
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Black Ichigo
view post Posted on 21/11/2008, 20:04     +1   -1




grande ora ne sò qualcosa in più xD
 
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ILKenpachi
view post Posted on 1/12/2008, 17:40     +1   -1




ottimo, anche se non credo che storicamente si sia mai parlato di Okinawa-te, penso sia una definizione aggiunta a posteriori
 
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view post Posted on 2/12/2008, 19:25     +1   -1
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Perfetto ;) io ho fatto shotokan per 7 anni piu o meno poi mi sono scocciato ed ho iniziato con il basket.
 
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ILKenpachi
view post Posted on 2/12/2008, 23:37     +1   -1




nessun rimpianto?
 
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view post Posted on 3/12/2008, 15:49     +1   -1
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No solo che dopo 7 anni è un po scocciante.
 
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ILKenpachi
view post Posted on 3/12/2008, 17:42     +1   -1




de gustibus io pratico da quattro anni e credo di aver trovato la mia strada
 
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view post Posted on 3/12/2008, 17:47     +1   -1
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Fai karate?
 
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ILKenpachi
view post Posted on 4/12/2008, 13:23     +1   -1




si stile shotokan, ma sono appassionato di arti marziali in genere, ocnosco un po' di tutto
 
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aris73
view post Posted on 4/12/2008, 14:29     +1   -1




ehm io sono maestro in parecchie discipline, tra cui shiotoka, shorin ryu, fudokan ed é la bellezza di 27 anni che pratico arti marziali
 
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view post Posted on 4/12/2008, 15:38     +1   -1
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Io mi son scocciatoXD
 
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